Stalking e Donna: fenomeno in preoccupante ascesa
Stalking è un termine inglese non facilmente traducibile in italiano. In senso letterale può essere inteso come “fare la posta” o “aspettare qualcuno al varco”, in senso più ampio come perseguitare, inseguire, molestare. Da alcuni anni si propone di utilizzate la definizione di “molestie assillanti” termine con cui indichiamo comportamenti continuativi e intrusivi che hanno lo scopo di controllare, sorvegliare, prendere informazioni, cercare situazioni di contatto e di comunicazione non desiderata verso una1Z0-257 vittima predestinata che con il tempo può sviluppare una situazione di ansia, depressione, preoccupazione, fastidio e paura dalle situazione persecutoria che si è venuta a creare.
Il fenomeno dello Stalking è venuto alla ribalta da circa vent’anni, in particolare in seguito a situazioni di molestie assillanti che hanno interessato star dello spettacolo o dello sport , (Nicole Kidman, Jodie Foster, Sharon Stone, Madonna, Monica Seles, Martina Hingins, Catherine Spaak, Michelle Hunzinker …. Solo per citarne alcune). E’ più frequentemente indirizzato verso la donna piuttosto che verso l’uomo. Statistiche inglesi affermano che durante la vita in media il 15% delle donne e il 6% degli uomini subisce episodi di persecuzione e molestie assillanti.
Lo stalker in numerosi casi è un marito, un fidanzato, un partner abbandonato che tenta (in maniera maldestra e patologica) di riallacciare la relazione terminata, il fenomeno però può accadere con amici, colleghi di lavoro, pazienti, assistiti o sconosciuti che per ragioni varie e imprevedibili iniziano a molestare in maniera assillante. Il molestatore può essere una persona con problematiche psichiatriche, ma più frequentemente è un individuo normale o con personalità di tipo borderline, ossessivo, fortemente egocentrico e narciso, con vissuti di abbandono affettivo o lutti recenti, bisognoso di affetto e considerazione.
Analizzando le motivazioni di avvio delle condotte moleste, le modalità relazionali con la vittima predestinata, la presenza di disturbi psichiatrici o atti di violenza agita, sono state individuate cinque tipologie fondamentali di molestatore.
Rifiutato E’ la categoria più rappresentata, può avere avuto una relazione affettiva con la vittima oppure tentato di instaurare una relazione che non è stata corrisposta. (ex partner abbandonato)
Rancoroso E’ un cliente, paziente, assistito, fruitore di servizi deluso e non soddisfatto in un suo bisogno non sentimentale ma su cui aveva investito molto dal punto di vista emozionale e affettivo ( i pazienti e gli assistiti assillanti sono compresi in questa categoria)
Cercatore di intimità. Soggetto che presenta un alto grado di isolamento psicosociale e scarse capacità relazionali, potenzialemnte violento (mirabile interpretazione di De Niro in Taxi Driver).
Corteggiatore inadeguato. Timido e impacciato, non è abile e non ha assimilato le tecniche e le regole sociali del corteggiamento (il ragionier Fantozzi e la sua collega di lavoro)
Predatore E’ il più pericoloso, ha tratti sado-masochistici, gode a inseguire e cacciare la preda prescelta verso cui è spinto da una pulsione sessuale, lesiva e omicida (le coltellate alla schiena subite dalla tennista Seles durante una partita da parte di un suo molestatore abituale).
La vittima di frequente è una donna, più colpite sono le frequentatrici di college o università. Le professioni più a rischio sono quelle di cura e aiuto per cui molti medici, avvocati, insegnanti, infermieri, assistenti sociali, psicologi presentano situazioni di persecuzione assillante da parte di assistiti. Anche quandoSCNS le molestie non sono accompagnate da minacce o violenza, con il tempo possono comportare conseguenze severe per la vittima (ansia, depressione, incomprensioni in famiglia e sul posto di lavoro, cambio del numero di telefono, del domicilio )
Il persecutore attua la sua strategia in maniera varia ma quasi sempre riconducibile a stereotipi di comportamento costanti. La vittima predestinata in maniera subdola, graduale e crescente comincia ad essere bersagliata da reiterati tentativi di contatto virtuale, verbale o fisico.
Si comincia con le mail di contenuto personale, gli sms inopportuni e senza rispetto di un orario di invio , si passa poi alla corrispondenza, ai biglietti lasciati in posti stategici (buca della posta, tergicristallo della automobile), ai regali non desiderati, ai mazzi di fiori recapitati a domicilio. Comune l’utilizzo del telefono con cui vengono effettuate quotidianamente decine di telefonate utilizzando un numero manifesto o criptato per non farsi riconoscere. In seguito si cerca la vittima sul posto di lavoro, la si aspetta sotto il portone quando esce di casa, ci si fa trovare casualmente sulla sua strada, la si osserva, la si inseguie in automobile o a piedi controllandone abitudini e movimenti. Quando la situazione degenera si passa alla minaccia, al discredito, alla petulanza, alle percosse, alla violenza fisica e verbale, in casi estremi alla violenza sessuale, al ferimento e all’omicidio.
Negli ultimi anni il mestiere dello stalker è stato enormemente facilitato dalle nuove modalità di comunicazione (sms, cellulare, posta elettronica, internet). In particolare l’utilizzo del computer si è rivelato micidiale in quanto permette centinaia di contatti giornalieri a costo zero e in forma anonima. La rete internet è una fonte inesauribile di informazioni anche riservate da cui lo stalker (in genere un abile utilizzatore di mezzi informatici) può attingere per meglio conoscere e perseguitare la sua vittima.
La situazione può prolungarsi mesi ed anni, complice la vittima che, per mettere tutto a tacere e sperando che con il tempo il persecutore cambi idea, soprassiede alle molestie, non si confida con amici e familiari e tanto meno effettua una denuncia all’autorità giudiziaria.
La dinamica delle molestie assillanti è complessa, così come le relazioni che si instaurano con le persone e che interessano il genere, la professione, il ruolo sociale, le difficoltà emozionali, affettive e relazionali, il significato della comunicazione interpretata in maniera distorta e non univoca. La genesi del fenomeno risiede in un’alterata interpretazione della comunicazione da parte del perseguito e in una distorta modalità comunicativa messa in atto dal persecutore.
In pratica la sindrome delle molestie assillanti può essere interpretata come “patologia delle modalità comunicative e relazioni tra due soggetti tra cui uno è il persecutore e l’altro la vittima”.
Non sempre è facile stabilire un confine tra quello che costituisce reato e pericolo e l’utilizzo improprio di mezzi di comunicazione leciti che molte persone ritengono gradevoli.
Ricevere inaspettatamente una telefonata, una lettera, un sms, un mazzo di fiori, un regalo da una persona gradita non costituisce di certo reato, quando il computer e il cellulare non erano stati inventati andavano in voga i bigliettini passati sotto il banco, o le serenate alla sera sotto le finestre della persona corteggiata (Romeo sarebbe stato un perfetto stalker……se Giulietta non gradiva!!).
In realtà è la frequenza, l’inappropriatezza, l’intenzionalità, la consapevolezza, l’intrusione, il non rispetto della privacy, il mancato gradimento a rendere utili e innocui mezzi di comunicazione in armi micidiali contro la salute e il benessere psicofisico della vittima malcapitata.
La legislazione italiana attualmente, una delle poche in Europa, risulta carente per quanto riguarda norme in difesa delle vittime di questo fenomeno. Sono puniti singoli comportamenti illeciti ma non il fenomeno nella sua globalità. La vittima può fare riferimento all’articolo 612 del codice penale che sanziona le molestie o il disturbo alla persona, ma può riferirsi ad altri articoli che sanzionano singolarmente le percosse, le ingiurie, la diffamazione, la violenza privata, le minacce, la violenza sessuale il tentato omicidio etc.
Il 18 giugno 2008 il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge (612 bis c.p.), che dovrà essere a breve approvato dalla Camera, atto a predisporre le misure contro gli atti persecutori e che introduce nel codice penale il reato di “stalking”.
Occorre la querela della parte offesa che prima ancora può chiedere un ammonimento orale del persecutore da parte dell’autorità giudiziaria. Si procede d’ufficio dove sussistano aggravanti, qualora il reato è connesso con delitto per il quale si debba procedere d’uffico, qualora il persecutore non cessa la sua attività persecutoria dopo l’ ammonimento orale già menzionato. E’ prevista una pena da 1 a 4 anni maggiorata se il reato è commesso da coniuge separato, divorziato o comunque legato da relazioni affettive alla vittima o se il fenomeno dello stalker è diretto contro un minore.
Se alla persecuzione segue l’omicidio si procede con la pena massima dell’ergastolo.
Saranno consentite le intercettazioni telefoniche. E’ prevista una ulteriore misura cautelare personale coercitiva che consiste nel vietare all’imputato, da parte del giudice, l’avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona perseguitata.