Stress ossidativo: un rischio per la fertilità!
Stile di vita sedentario, alimentazione sbilanciata, abuso di farmaci, inquinamento causano nel nostro organismo un’eccessiva produzione di radicali liberi, molecole molto reattive che possono danneggiare il Dna e altre strutture cellulari. L’eccesso di queste sostanze dà origine al cosiddetto “stress ossidativo” che è responsabile di molte patologie e che mette a rischio la fertilità.
Per comprendere meglio in che modo i radicali liberi in eccesso possono compromettere la capacità riproduttiva Anthropos Magazine ha intervistato Antonio Canino, dirigente medico presso l’unità di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Niguarda Cà Granda, di Milano.
AM: Dottor Canino, può aiutarci a sviluppare questo tema?
Dr. C.: Certo, ma occorre prima chiarire alcuni termini. Partiamo con la definizione di fertilità, che va intesa come la capacità riproduttiva di un soggetto o di una popolazione e si misura con il numero di figli per esemplare di popolazione e per coppia. Si parla poi di fecondità riferendosi alla capacità di riproduzione “potenziale” di un individuo o di una popolazione. La sterilità, invece, secondo la definizione dell’Oms, è la situazione in cui uno o entrambe i membri della coppia sono affetti da condizione fisica permanente che non rende possibile il concepimento; per esempio, quando vi è assenza di utero, azoospermia, menopausa precoce, castrazione, chiusura delle tube. Occorre poi distinguere tra sterilità primaria riguardante quei soggetti che non sono mai stati in grado di concepire; e sterilità secondaria quando c’è l’impossibilità a concepire un altro figlio dopo aver portato a termine una o più gravidanze. Infine, con infertilità si intende la condizione in cui una coppia, per cause relative all’uomo o alla donna, dopo un anno di rapporti frequenti e non protetti non riesce a ottenere una gravidanza. Non si tratta quindi di una situazione assoluta, ma risolvibile in parte; in cui, di norma, entrambe i componenti della coppia presentano problemi.
AM: Quante coppie presentano difficoltà nel concepimento e quali sono le cause?
Dr. C.: I dati epidemiologici ci dicono che il problema riguarda il 15% delle coppie italiane. Le cause che impediscono a questa consistente fetta della popolazione di avere un bambino sono imputabili per il 25% all’uomo, per il 23% alla donna, per il 17% a entrambi, mentre il 35% rimane inspiegato.
Le cause di questa difficoltà nel procreare sono molte: l’innalzamento dell’età in cui la donna cerca il primo figlio, le malattie sessualmente trasmissibili, gli errati stili di vita, la sedentarietà, l’obesità, una dieta scorretta, l’uso prolungato di farmaci, la carenza di sonno; nei giovani poi la fertilità può compromettersi molto presto quando si abusa di droghe, alcool, fumo. La maggior parte di questi fattori contribuiscono ad aumentare ciò che viene definito “stress ossidativo”.
AM: Ci spiega ora cos’è esattamente lo stress ossidativo?
Dr. C.: È una condizione patologica dovuta alla rottura di un equilibrio dinamico fra la produzione di elementi ossidanti e l’eliminazione degli stessi da parte di meccanismi antiossidanti. A causarlo sono i radicali liberi, i ROS (Reacting Oxygen Species): specie chimiche altamente reattive in grado di alterare le molecole con cui reagiscono creando gravi danni, per esempio, al Dna e alle membrane cellulari. I radicali liberi si generano dal metabolismo dell’ossigeno a livello dei mitocondri, le centrali energetiche della cellula. In condizioni di equilibrio i ROS sono utili e vengono impiegati dall’organismo per proteggersi dai batteri, per fluidificare il sangue, per controllare la pressione arteriosa e molto altro. I ROS che non sono utilizzati per questi scopi vengono poi neutralizzati da sostanze ad azione antiossidante prodotte dalla cellula stessa. Quando però l’equilibrio si altera si instaura lo stress ossidativo.
AM: Cosa può alterare questo equilibrio?
Dr. C.: Moltissimi fattori, per lo più legati allo stile di vita e all’alimentazione. Ma non dobbiamo dimenticare anche gli squilibri psicologici come gli attacchi di panico, l’ansia e la depressione che possono aumentare la produzione di radicali liberi. Va detto infine che un ambiente inquinato da pesticidi, idrocarburi, metalli pesanti, incide anch’esso in maniera negativa favorendo la produzione dei radicali liberi. Si genera così un invecchiamento precoce con possibili malattie cronico-degenerative; anche la fertilità può venire compromessa.
AM: In che modo i radicali liberi interferiscono con la capacità riproduttiva?
Dr. C.: In molti modi che si manifestano a diversi livelli. Lo stress ossidativo può alterare la gametogenesi, cioè lo sviluppo dei gameti: nell’uomo può danneggiare la struttura degli spermatozoi, che sono caratterizzati da un’assenza di citoplasma e possiedono una membrana ricca di acidi grassi facilmente aggredibili e ossidabili dai radicali liberi. A causa di ciò gli spermatozoi si possono ridurre di numero, può decadere la loro capacità vitale e la loro motilità, possono presentare delle malformazioni. Tutti deficit che impediscono la fecondazione dell’uovo.
L’ovocita, invece, sembra essere più resistente agli attacchi dei radicali liberi; tuttavia, anche nella donna lo stress ossidativo può dare diversi problemi: può indurre una menopausa precoce, oppure favorire una policistosi ovarica, o ancora contribuire all’insorgere di lesioni endometriosiche. L’eccesso di radicali liberi può coinvolgere anche l’embrione, impedendone l’attecchimento o alterandone lo sviluppo sino a favorire un aborto interrompendo la gravidanza.
AM: In quali altre patologie è implicato lo stress ossidativo?
Dr. C.: Tantissime. Dall’arteriosclerosi, agli infarti, all’ictus, alla malattia di Alzheimer, al Parkinson; i ROS sono coinvolti nelle malattie autoimmuni, come l’asma, il morbo di Crhon, l’artrite reumatoide; hanno un ruolo importante nell’osteoporosi, nel diabete sino alle neoplasie maligne.
AM: Come si può capire se nel nostro organismo si sviluppano radicali liberi in eccesso?
Dr. C.: Ci sono alcuni campanelli d’allarme: per esempio, si può notare una riduzione della memoria, oppure disturbi del sonno, si ha la sensazione di avere poca energia, possono essere presenti disfunzioni sessuali, ci può essere instabilità dell’umore con irritabilità e ansia. Ma non solo. L’eccesso di ROS può essere anche rivelato da un incanutimento precoce, dalla comparsa di rughe profonde sul viso, da una diminuzione della massa magra a scapito di quella grassa, soprattutto a livello addominale. Quando i ROS sono in eccesso vi è una scarsa resistenza del sistema immunitario: ci si ammala spesso e si fa più fatica a guarire.
AM: Come si possono contrastare in modo naturale i radicali liberi?
Dr. C.: Aumentando l’assunzione di frutta e verdura, ma anche eliminando i cibi che contribuiscono a produrre i ROS, come i salumi, i formaggi e la carne rossa. Vi sono alcuni alimenti particolarmente ricchi di sostanze che hanno un’efficace azione antiossidante; per esempio, gli agrumi contengono vitamina C e acido ascorbico; gli olii vegetali hanno buone quote di vitamina E, l’olio di oliva in particolare è ricco di polifenoli; nel pesce e nei crostacei vi sono oligoelementi preziosi come il selenio, lo zinco, il manganese, il rame. La dieta mediterranea consente di mantenere in equilibrio il sistema di ossidazione dell’organismo.
Oltre alle buone abitudini alimentari è importante avere un corretto stile di vita: fare una moderata attività fisica, ricordiamo infatti che l’attività agonistica è anch’essa causa di aumento dei radicali liberi che si producono per l’eccessivo sforzo muscolare.
AM: Possono essere utili gli integratori con potere antiossidante?
Dr. C: Intanto bisogna correggere una forma-pensiero molto pericolosa e cioè che se si tratta di integratori e non di farmaci, tanto più se hanno un’origine vegetale, non ci sono rischi nell’utilizzarli: non è affatto così! Per quanto riguarda nello specifico gli antiossidanti, va detto che se vengono usati male, a sproposito e in eccesso, possono inibire la fisiologica produzione di radicali liberi utile all’organismo. Nel caso in cui vi sia un comprovato eccesso di ROS è opportuno usare degli integratori. Ma in questi casi, l’integrazione va fatta in modo adeguato: protraendola per un minimo di 4-6 mesi, un periodo che consenta all’organismo di rimettersi in equilibrio e di ripristinare le capacità di autoregolazione che naturalmente possiede.
AM: Oltre alla sua attività di ginecologo, lei organizza diversi incontri per diffondere i temi della medicina preventiva sul territorio. Può dare qualche altro suggerimento agli utenti di Anthropos Magazine?
Dr. C.: In generale, per attuare una corretta prevenzione occorre sempre un’adeguata informazione che possa raggiungere tutte le fasce d’età.
I giovani si possono informare già nelle scuole: gli si può spiegare come evitare comportamenti a rischio, soprattutto quelli che creano dipendenze da sostanze. Bisogna aiutarli ad abituarsi molto presto, intorno ai quattordici anni, a sottoporsi ai controlli per diagnosticare e curare tempestivamente le malattie sessualmente trasmissibili. Nelle ragazze è importante individuare per tempo le infezioni pelviche; mentre nei maschi, occorre diagnosticare patologie come il varicocele e il criptorchidismo. Va detto a questo proposito che l’abolizione della visita di leva ha reso più difficile lo screening maschile.
Non bisogna mai smettere di fare informazione nell’ambito della salute, occorre occuparsi anche degli anziani, perché a qualunque età c’è sempre la possibilità di stare meglio! È importante infine che non si traslaci di parlare del benessere relazionale, troppo spesso trascurato, che può fare la differenza sia nel mantenere un buon livello di salute sia nell’affrontare l’eventuale malattia.
L’obiettivo è aiutare le persone di tutte le età a non ammalarsi e per restare in salute ciò che più conta è lo stile di vita. Conta anche, però, lo stile di pensiero: infatti, oltre all’attività fisica e alla dieta bilanciata bisogna fare attenzione alla qualità di cibo-pensiero con cui nutriamo la nostra psiche.
Fonte: http://www.anthroposmagazine.com/